La pratica del fisio Parte 1
16.04.2024 Author: Ligoteur
Finalmente un nuovo ordine! In realtà è molto semplice!
Sebbene Sara se la passasse molto bene economicamente e fosse indipendente, aveva un piccolo lavoro secondario di cui nemmeno i suoi amici più cari sapevano nulla. Ciò le ha permesso di assecondare la sua innata ed esuberante curiosità e persino di guadagnare qualche soldo! Il termine investigatore privato sarebbe stato probabilmente esagerato, quindi ha preferito dire che "conduceva ricerche personali" per terzi su richiesta. E così, tramite passaparola, qualcuno della sua vasta cerchia di conoscenti le aveva chiesto di approfondire la questione.
Questa conoscente si era lamentata del fatto che nel suo complesso residenziale, situato in Südallee, a quanto pare aveva da poco aperto uno studio di fisioterapia nell'appartamento accanto, cosa che non era del tutto gradita ai vicini e che sembrava anche un po' sospetta. Perché la posizione era in realtà piuttosto insolita e poco adatta per uno studio di fisioterapia, perché c'era solo una piccola insegna sulla porta e perché apparentemente entravano e uscivano solo pochi pazienti al giorno. E sembravano in un certo senso più timidi, ma anche più profondamente rilassati, di quanto ci si aspetterebbe normalmente da uno studio di fisioterapia. Si tratterebbe di una sorta di "istituzione"? Il cliente di Sara aveva anche scoperto che lo studio non era presente nell'elenco telefonico, non era reperibile su Internet e non era reperibile in nessun elenco commerciale. Così aveva incaricato Sara di scoprire cosa succedeva dietro quelle porte. Bene, allora andiamo! Sara pensò tra sé e sé quel giovedì mattina e volle semplicemente suonare il campanello e chiedere di essere lasciata entrare. Il resto si sarebbe sistemato da sé. Così si recò all'indirizzo indicato, prese l'ascensore fino al secondo piano e si ritrovò davanti alla porta dell'appartamento, sulla quale c'era un campanello e un piccolo cartello con la scritta "Fisioprassi". Infatti, ad aprirle la porta fu una giovane donna sulla trentina, con capelli castani di media lunghezza, un viso piuttosto carino e vestita tutta di bianco, come ci si aspetterebbe dal personale medico. "Vengo su raccomandazione personale!" disse Sara ed entrò. "Strano, non eravamo preparati alla tua visita!" disse la signorina, che più tardi si sarebbe presentata come l'assistente Daniela, e chiuse la porta.
Astuta e curiosa, Sara lasciò subito vagare lo sguardo lungo il corridoio e non trovò nulla di insolito! C'erano due sedie nel corridoio e due porte dicevano "Sala per le cure" 1" e "sala di trattamento" 2". Su una terza porta c'era la scritta: "Terapia di rilassamento profondo e decelerazione". "Come ho detto, non ti aspettavamo!" ha detto Daniela. "Siediti su questa sedia, per favore. Chiederò al dottore se ha tempo per te adesso." Sara ora era nel suo elemento! Tutto ciò era accaduto in modo inaspettatamente rapido e sicuramente avrebbe scoperto molto presto, quando ne avesse parlato con il terapeuta, che tipo di terapia veniva offerta lì.
Dopo che Sara ebbe aspettato per un quarto d'ora, si aprì una quarta porta nel corridoio e fu invitata a entrare in un ufficio di circa 18 metri quadrati. Dietro la scrivania sedeva un uomo, più un gentiluomo, sui 55 anni. Con i capelli corti, biondo scuro, che mostravano già una chiara tendenza al grigio. Sara stimò che la sua altezza fosse di circa 1,90 m e, nonostante il camice bianco che indossava sopra la camicia e la cravatta, si rese conto che probabilmente aveva una corporatura piuttosto atletica. Probabilmente un atleta di resistenza in passato o lo è ancora; molto probabilmente nuotatori, pensò. Indossava occhiali alla moda ma piuttosto poco appariscenti.Aveva delle mani molto curate, tipiche di un medico dal punto di vista professionale, e lei pensava che nella vita privata sarebbe stato più un musicista che un golfista. "Cosa ti porta da me?" chiese, guardandola con curiosità. Naturalmente non poteva dire la verità e dovette improvvisare. E incorporare tutto ciò che aveva osservato finora. "Vengo su consiglio di un'amica", si sentì dire Sara. Ora avrebbe dovuto improvvisare qualcosa di vago. Su una delle porte c'era scritto qualcosa che invitava a rallentare e rilassarsi. "Sono molto impegnato sia professionalmente che privatamente!" ha detto Sara. "Non riesco mai a staccare veramente, a rilassarmi veramente. Devo sempre fare qualcosa. Ci si aspetta sempre qualcosa da me, e qualcuno chiede sempre di me! Forse dovrei concedermi un weekend di benessere o almeno un lungo massaggio! Forse puoi darmi qualche consiglio, consigliarmi una terapia, o almeno prescrivermi un farmaco per dormire meglio!" A questo lui le rispose... segue il seguito
- Ligoteur
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